Rieccomi scrivere ancora qui dopo così tanto tempo, l’ultimo post in effetti segna il mese di marzo, cos’è successo nel frattempo?
Beh.. diciamo tutto, ma con calma facciamo ordine e ora vi racconto tutto.
In uno degli ultimi post avevo detto che stavo frequentando un corso e studiando per ottenere la Certificazione CCNA, riprendiamo da questo punto quindi.
Il corso per la Cisco CCNA è finito la prima settimana di aprile, quindi da quel momento è iniziato lo studio in solitaria per poter ottenere la tanto agognata certificazione, c’è da dire che l’anno in corso è stato segnato in maniera preponderante da questo esame.
Le mie intenzioni erano di poter fare l’esame entro e non oltre maggio, quindi prepararlo a suon di test sulla piattaforma e poi buttarmi, tuttavia le difficoltà sembravano aspettarmi dietro l’angolo e precisamente alla fine del percorso di studi, infatti circa alla metà di maggio sono cambiate leggermente le modalità di esame (reintroducendo nelle domande anche mini sessioni di laboratorio da dover eseguire), questo può sembrare banale ma dato che l’esame aveva un costo non di poco conto, mi ha frenato in maniera decisiva, a questo si è aggiunta una certa pressione in ambito lavorativo che mi rendeva difficile studiare la sera causa stanchezza.
I test comunque procedevano seppur a rilento di bene in meglio, dagli iniziali 60/70% di risposte esatte stavo raggiungendo il 92/96% e questo mi dava sempre maggior fiducia.
A fine maggio ho avuto modo di sentire un ex compagno di corso che mi ha confermato come una volta presa la certificazione avesse avuto un autentica autostrada davanti a se nella ricerca di un nuovo impiego ed in effetti era riuscito a cambiare molto rapidamente il suo impiego dando una svolta alla sua vita professionale, questo mi ha caricato sia di stress che di aspettative, anche perchè il mio obiettivo era proprio di riuscire a cambiare un lavoro che mi stava diventando insopportabile.
Ad inizio giugno vengo contattato da #grandeaziendadelnord per un lavoro in ambito sistemistico da poter fare anche in smart working, il colloquio sembra essere andato bene (nonostante non possegga certificazioni) e l’azienda pare quasi darmi conferma indirettamente del loro interessamento per me, motivato soprattutto dal fatto che mi vedono molto propositivo.
Passano i giorni in attesa di una risposta e la risposta arriva, purtroppo decidono di orientarsi verso profili più “completi” che in gergo significa #profiloconennemilacertificazioni , sprofondo nello sconforto più nero.
Non demordo e continuo a fare test anche se l’umore è nero e fuori fa un caldo boia che ti fa sudare l’anima dalla pelle.
Ed è proprio in una calda sera di fine giugno che un amico mi invita a mangiare una pizza in compagnia in pizzeria, cogliendo la mia riluttanza, dovuta al fatto che sono stato in lockdown durante tutto l’inverno/primavera a causa del covid, mi rassicura sul fatto che saremo in pochi (circa 6) all’aperto e ben distanziati, poi che vuoi che sia? Mica sei cosi sfortunato da prenderti il covid in una pizzeria che in quella sera sembra deserta.. no? E invece si, uno dei commensali, uno dei sei (6) è maledettamente infetto ed infettivo e come un meteorite che cade a velocità imponderabile abbatte 8 mesi di attenzione, di mascherine, di no ad ogni invito, di lockdown forzato e quindi 48 ore dopo sono febbricitante e orgogliosamente positivo (al covid) e negativo (verso l’umanità).
Il covid è durissimo, dicono sia un influenza, un raffreddore che puoi passare con il sorriso ed invece prima mi spreme come un limone per 3 giorni fra febbre alta e dolori articolari e poi per circa 2 settimane mi lascia con dolori e spossatezza.
Ebbene, non so cosa mi è passato per la testa ma fra un momento di “tanto peggio di così che vuoi fare?” e un “va beh tanto che sei a casa, che ti costa provare?”, mi collego al sito per l’esame della certificazione (che ormai stava diventando un ossessione), prendo la carta di credito e verso per intero l’obolo di #tantisoldi e prenoto #esamedellavita per giovedì 7 luglio alle ore 10:00 .
Inutile dire che la notte non dormo mi giro e mi rigiro nel letto fra un sogno in cui vincevo tutto e un altro in cui mesto mi trovavo a raccogliere i cocci di un fragoroso fallimento.
Sveglia alle 8:00, mi alzo, mi preparo, faccio colazione, evito la tentazione di fare un test prima che “tanto ormai il più è fatto e fare test prima di un esame non fa altro che metterti i tarli del dubbio in testa”.
Arrivano le fatidiche ore 10, mi collego alla piattaforma, il proctor (l’esaminatore che con l’occhio del grande fratello deve controllare che non imbrogli) mi fa dannare l’anima per fargli capire che l’ambiente è idoneo e si inizia…
Le prime 5/6 domande sono difficili, alcune trattano di argomenti che non ho neanche sentito parlare, un pò mi agito, ma riesco a controllarmi, vado avanti e piano piano mi tranquillizzo, trovo le domande dei test.
Il tempo sembra rallentare e le 106 domande piano piano si riducono, controllo il timer dell’esame e mi ritrovo ad affrontare ancora 10 domande con un tempo a disposizione ancora di oltre un’ora, nella mia testa balena un enorme #whataaff , sono andato veloce e forse troppo spedito, e ora? indietro non posso andare, termino le ultime domande con un tempo residuo di 45 minuti.
Schiaccio l’ultimo “Next” , il cursore inizia a girare ed infine….
Eh niente.. che ve lo dico a fare, mi sono emozionato, dopo tanto sudore e tante fatiche ero e sono riuscito finalmente a certificarmi.
I festeggiamenti hanno dovuto rispettare il fatto che era ancora positivo al covid e quindi niente caroselli, trombette, ne bandiere sventolate con l’auto in corsa.
La vita può essere dura a volte…
Vedrò di non farla scadere ovviamente, ho in mente ben altre due certificazioni per allungare la vita di questa.. ma ve ne parlerò un altro momento.
Ebbene, vi ricordate quel mio amico che grazie alla certificazione era riuscito a trovare lavoro molto rapidamente? Beh… Aveva ragione!!! Dannatamente ragione!
Dopo la certificazione le cose sono cambiate praticamente come dal giorno alla notte, in tutto luglio e fino agli inizi di agosto praticamente ho fatto colloqui di lavoro a pioggia.
Fino a quando finalmente una #grandeazienda non mi ha offerto un ottimo contratto assicurandomi che avrei lavorato nel loro #granderepartoIT a gestire la #grandeinfrastrutturadirete e i loro #tantiserver.
Ora visto che dove stavo #piccolaaziendaindifficoltà mi aveva relegato (nonostante da contratto fossi sviluppatore/programmatore) ad avvitare le viti e grazie a questo proporzionalmente la frustrazione di buttare via la mia vita professionale aveva raggiunto la soglia di allarme… diciamo che non ci ho pensato due volte ad accettare il contratto di #grandeazienda.
E quindi parapim e parapam mi sono catapultato in una nuova avventura professionale decisamente molto più appagante in tutti i sensi.
La lezione che ho imparato è che a non demordere mai e accrescere le proprie competenze professionali, prima o poi paga, ed è per questo che davanti a me ho messo altre certificazioni da ottenere da qui a 3 anni.
Vi aggiornerò presto su altri progetti che ho in mente.
Stay tuned.